Nessuna scusa è valida per la deriva di Atitech
Mentre ieri andava in scena a Milano l’ennesima cena di gala di un capitalismo di relazioni ormani decrepito a Napoli i lavoratori di Atitech venivano mandati in cassaintegrazione straordinaria. Un nesso non tanto sottile tra i due accadimenti: Montezemolo brindava tra Obama e Renzi noncurante delle sorti dei lavoratori di Alitalia di cui è stato presidente fino al tracollo; peccato che al tavolo non fosse invitato anche Gianni Lettieri, una presenza altrettanto opportuna anche se di minor calibro nel giorno in cui i lavoratori Atitech Manufacturing venivano mandati in cassa integrazione straordinaria. Sono anni che denunciamio quanto lo scorporo del polo manutentivo degli aereomobili da Finmeccanica fosse una operazione macchiettistica in favore di un presunto imprenditore capace di intraprendere solo con abnoirmi somme di denaro pubblico. In questi anni abbiamo sentito la litania di una azienda capace di vivere autonomamente sul mercato, contemporaneamente però i lavoratiori ci parlavano di commesse ridotte al lumicino, di ore passate a far niente, di improvvisi allestimenti per interpretare ore di lavoro al passaggio dei politici di turno, chiunque essi fossero da Renzi a De Luca passando per Lupi. Adesso prenderanno la palla al balzo del commissariamento di Alitalia per dire che è colpa della congettura economica ma che il progetto era fantastico. Noi ci teniamo a precisare che tale congettura è determinata dalle scelte fallimentari intraprese che pongono il polo manutentivo degli areomobili della Campania a margine del mercato nazionale e il mercato italiano a margine di quello europeo, mediterraneo e mondiale. Pretendiamo che lavoratori provenienti da Finmeccanica rientrino immediatamente nell’azienda madre come prevede la clausola di salvaguardia del contratto da loro firmato; chiediamo l’immediata ricollocazione di tutti gli altri lavoratori e alla Regione Campania chiediamo un piano serio e praticabile per il rilancio del settore. L’incapacità della politica e degli imprenditori improvvisati non deve essere pagata dai lavoratori.Dalla crisi si esce con i lavoratori non senza di essi.
Coordinamento demA