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APPELLO PER UN FRONTE POPOLARE INTERNAZIONALE

Dall’America Latina, all’Europa… un appello per un fronte popolare internazionale impegnato a costruire comitati di lotta, attività culturali e progetti politici mettendo in dialogo movimenti e partiti di sinistra autonoma, popolare e contro egemonica in vista di una conferenza internazionale in autunno in Italia come tappa decisiva per la costruzione di un progetto politico internazionale permanente.

Per aderire inviare mail a: perunfrontepopolare@gmail.com

 

IL MANIFESTO

EMERGENZA BELLICO-DIPLOMATICA Il fallimento diplomatico di fronte alle emergenze delle guerre è testimoniato dal fatto che un nemico dichiarato del popolo curdo, Erdogan, persecutore di intellettuali, giornalisti, docenti, sindacalisti, stia a dare le carte nel tavolo di poker della diplomazia internazionale per la guerra Russo-Ucraina. La crescita delle lobby industriali di armi è esponenziale – non solo per il fronte di guerra ai confini dell’Europa, ma in ogni parte del mondo – e l’esaltazione di personaggi come Bolsonaro che fa della libertà delle armi il proprio squallido spot politico permanente. Aumentano vertiginosamente le spese militari mondiali che superano i 2100 miliardi in un anno, segnando un record storico, in una fase in cui il mondo avrebbe bisogno di investimenti sociali, di lotta alle disuguaglianze, per l’impegno globale sul tema del cambiamento climatico. L’Italia non è da meno: la crescita di spese militari testimoniata dai dati specifici per il nostro Paese elaborati dall’Osservatorio Milex ha già stimato che i costi per il 2022 supererà i 25 miliardi con un aumento del 3,4% rispetto al 2021 e un balzo di quasi il 20% in 3 anni. Va sottolineato quindi che la tendenza necrofila non è solo riconducibile alla crisi russo-ucraina, ma già precedente ad essa.

EMERGENZA ALIMENTARE. Le lobby dell’agrobusiness fanno dell’emergenza della guerra Russo-Ucraina il loro pane quotidiano, rivendicando un’intensificazione della produzione a discapito di ogni vincolo ambientale. La tendenza, quindi, è meno biodiversità: in nome dell’aumento della produzione le lobby agroalimentari chiedono per l’anno corrente di essere esentati dal cosiddetto “greening” – mantenimento di spazi non produttivi dedicati alla biodiversità e di eliminare per la programmazione 2023-2027 il vincolo del 4% alla biodiversità. Le lobby spingono per più pesticidi: nella spinta alla produzione chiedono di rimandare la riduzione del 50% dei pesticidi più pericolosi richiesti dalla strategia Europa biodiversità 2030. Le lobby del capitale agroalimentare esigono più organismi geneticamente modificati: vogliono aprire all’importazione di mais che non rispettino la legislazione italiana per quanto riguarda gli OGM e residui di pesticidi, il che significa abbassare gli standard sanitari nell’alimentazione e non migliorare per niente la distribuzione. In sintesi: sono proposte che non risolvono il problema e boicottano la programmazione sulla biodiversità consentendo al Capitale di sfruttare “ad arte” le emergenze a discapito della cosiddetta “transizione ecologica”, mai transitata, imponendo i propri prezzi sul mercato e facilitando le grandi speculazioni attraverso la bolla dell’inflazione.

EMERGENZA ENERGETICA. Dal punto di vista energetico, la crisi di importazione del gas dovuta ad una guerra annunciata, comporta che l’attuale Primo Ministro – Mario Draghi – abbia recentemente fatto riferimento alla flessibilità dei consumi di gas, di sospensioni nel settore industriale e di regole sui consumi nel settore termoelettrico. Ma tra le strategie in studio non c’è solo una riduzione dei consumi sul breve periodo: per smarcarsi dalla Russia, il governo italiano ha in mente di riaprire le centrali a carbone, terribile passo indietro sul fronte ambientale, soprattutto a fronte degli impegni presi a livello internazionale. Intanto si sciolgono i ghiacciai si desertificano le terre, avanza indisturbata la siccità.

DALLA RETORICA EMERGENZIALE AL TONFO DEL CAPITALE: il grande turbo capitale crea le condizioni affinché i popoli accettino qualsiasi cosa in nome di una fittizia vita normale: intanto passano sotto silenzio aumento della disoccupazione, del disagio sociale – in particolare giovanile – il dilagare della follia razzista a livello globale, le nuove povertà, sfiducia nei contesti formativi e nel mondo del lavoro, le grandi crisi migratorie, guerre civili, violenze di Stato sempre più frequenti sui popoli neri e indigeni, guerre di religione, corsa ad accaparrarsi armi, persecuzioni delle minoranze, crisi dei rifiuti, potere delle mafie e massonerie, devastazione ambientale.

LE ALTERNATIVE CI SONO: 

Nonostante la guerra, ci sarebbe cibo ed acqua a sufficienza per tutti, le alternative sono indicate e messe in pratica a livello mondiale dai movimenti sociali, indicato dai movimenti popolari come il Movimento dei contadini Senza Terra e il movimento indigeno, oltre le varie associazioni e movimenti di base impegnati a livello mondiale:

– Basarsi su sistemi agroalimentari locali e non assecondare l’ingordigia del capitale.

– Trasformazione del sistema dell’agrobusiness in un modello agro ecologico

– No OGM, no agrotossici, produzioni locali sviluppate in modo cooperativo, riutilizzo di beni confiscati alle organizzazioni criminali, lotta al caporalato mediante un sistema di produzione integrato cooperativo e gestito pubblicamente.

– Ripopolamento dei borghi: una tendenza crescente in Europa che non riguarda solo l’aspetto demografico o di ripopolamento, ma che va riorganizzato a partire da un altro stile di vita. Lo smart working favorisce in parte questo fenomeno che dovrebbe essere accompagnato da ricerche ed azioni in campo sociale, ecologico, demografico, alimentare e di riorganizzazione del lavoro e delle comunità.

– Difesa della salute pubblica. L’emergenza covid ha riportato questioni che da tempo dovrebbero essere in agenda: formazione del personale medico-sanitario, prevenzione, distribuzione equa di risorse per la sanità pubblica. Sistema integrato con la scuola e l’educazione alla salute.

– Acqua pubblica: anche l’acqua è un problema globale e non solo locale. Dovunque si verso una privatizzazione e speculazione in funzione dei grandi interessi finanziari e non del bene comune. La città di Napoli è stata l’unica in Italia a rispettare il referendum per l’acqua pubblica e dovrebbe essere un esempio da seguire in altre città.

– Accogliere tutti gli immigrati in nome di una solidarietà internazionale indipendentemente dai luoghi di provenienza e dalle strategie geopolitiche delle grandi potenze.

– Meno armi più libri: investire, in scuole, centri educativi, spazi di cultura. Basti pensare che Il Movimento dei Contadini Senza Terra ha costruito nella sua storia più di 2000 scuole indicandoci chiaramente un cammino da seguire.

– Sviluppo di progetti di museologia comunitaria portati avanti da movimenti di base a livello mondiale.

– Il tutto in nome del rispetto della persona, delle diversità a livello di genere, di razza, cultura, religione, classe sociale.

UN FRONTE POPOLARE INTERNAZIONALE: Per mettere in pratica alternative non si può lavorare solo a livello locale. Bisogna muoversi in modo integrato ed organico insieme a movimenti impegnati nei diversi territori: dalla sconfinata Amazzonia, al piccolo borgo del sud Italia. È necessario -quindi- un lavoro di rete internazionale che crei spazi di dialogo, riflessione e azione di contrasto alla smisurata invasione del capitale. In questo senso stiamo lavorando per un Fronte Popolare Internazionale insieme a Luigi De Magistris e altri leader politici, educatori, giornalisti come Pablo Gentili, Marcia Tiburi, João Pedro Stedile, Marcio Tavares, Quenes Gonzaga. Con la regia di Paolo Vittoria e l’impegno organizzativo di Anita Mattes, Giuditta Ribeiro, Lourenço Stefanello, stiamo costruendo una serie di incontri in dialogo con movimenti popolari come il Movimento Sem Terra o Movimento Indigeno, i Comitati Lula livre, Esquerda unidas.

Il fronte popolare internazionale è impegnato a costruire comitati di lotta, attività culturali e progetti politici internazionali mettendo in dialogo Unione Popolare in Italia, Podemos in Spagna, Union Populaire in Francia, il Fronte Politico a sostegno di Lula in Brasile, movimenti emergenti di sinistra autonoma, indipendente e contro egemonica, in vista di una conferenza internazionale in autunno in Italia come tappa decisiva per la costruzione di un progetto politico permanente.

PRIMI FIRMATARI

Paolo Vittoria – Pedagogista Università Federico II di Napoli – già Universidade Federal do Rio de Janeiro

Marcia Tiburi – Filosofa Université de Vincennes – Paris 8, già Universiade Federal do Rio Grande do Sul.

Pablo Gentili – Pedagogista Universidade Estadual do Rio de Janeiro – Coordinatore internacional Cattedra CIPDH/UNESCO

Marcio Tavares – Segretario di Cultura del Partido dos Trabalhadores – Brasile

Anita Mattes – Avvocata – Esperta in Diritti culturali

Giuditta Ribeiro – Attivista Nucleo di Studi, Esperienze e lotta – Verona

Lourenço Stefanello – Attivista e Ricercatore di Storia

Amilcar Araujo Pereira – Pedagogista e Storico del Movimento Negro – Universidade Federal do Rio de Janeiro

Arnaldo Cardoso – Giornalista e Analista Politico – Jornal GGN – Brasile

Nádia Almeida – Associação Brasileira de Ecomuseus e Museus Comunitários (ABREMC)

Terezinha Rezende Coordinatrice dell’Ecomuseo dell’Amazzonia

Marcio Carvalhal – Coordinatore Ecomuseu de Maranguape

Yara Mattos – Coordinatrice Ecomuseu da Serra de Ouro Preto

Jorge Araújo de Abrunhosa – Membro Ecomuseu de Maranguape

Regina Abrunhosa – Ricercatrice Ecomuseu da Amazonia

Maria José Rego – Associação Brasileira de Ecomuseus e Museus Comunitários (ABREMC)

Renéceya de Melo Pedagogista – Pedagogista. Attivista dei diritti umani – Fondatrice del Nucleo de Vivencias do Partido dos Trabalhadores di Spagna

Flávio Jorge Rodrigues da Silva – Coordinamento Comissione de Negros del Partido dos Trabalhadores -São Paulo

Nara Jararaca – Coordinatrice Comitee de Luta “Free Lula” UK

Claudia Tamsky Sociologa – Giornalista e co-editrice di Jornalistas Livres

Quenis Gonzales Membro del Settore Nazionale Indigeno del Partido dos Trabalhadores

Jose Renato Peneluppi Huazhong University of Science and Technology – Cina e

Ricercatore in Educazione Ambientale – UNICAMP.

Angela Wiebusch Faria– Educatrice, Attivista e Cofondatrice di Defend Democracy – New York

Inês Olunde Inês Membro della coalizione di artisti delll’ONU e direttrice del Museu Valise da história da escravidão.

Sergio Grossi Núcleo de Estudos da Violência da Universidade São Paulo

William Soares Dos Santos Scrittore e traduttore – Universidade Federal do Rio de Janeiro –

Cleusa Vicente – Psicologa e giornalista

Suzete Lima Kourliandsky Direttrice de Actions dans le monde pour l’Amérique latine et l’Afrique (ALMAA/Paris)

Cláudia Tamaski Sociologa dell’educazione. Redattrice Jornalistas Livres

Comitê Camélias do Leblon Cina

 

Fonte: https://paolovittoria.com/f/appello-per-un-fronte-popolare-internazionale