PER LUCE E GAS C’È BISOGNO DI UNA RISPOSTA STRUTTURALE
La brusca impennata dei prezzi del gas e dell’energia elettrica non può far dimenticare che già da prima il costo per le famiglie a reddito basso e le piccole aziende era pesante.
Il problema non può essere affrontato con misure estemporanee o una tantum, con la logica del bonus o della copertura parziale delle bollette con interventi straordinari: bisogna aggredire alla radice il problema del peso delle imposte fisse e delle accise (spaventosamente alte per gli idrocarburi e le altre fonti energetiche) sulle classi sociali meno abbienti e sul nostro sistema produttivo di base. Si tratta di un tipo di prelievo che, essendo uguale per tutti, pesa in maniera differenziata perché è tanto più pesante quanto minore è il reddito, così eludendo di fatto il dettato costituzionale in merito alla progressività e proporzionalità del carico fiscale.
Per riequilibrare il carico fiscale e corrispondere anche alla necessità di milioni di famiglie e del sistema produttivo, è necessario adottare modifiche strutturali e permanenti del sistema fiscale con l’introduzione immediata di soluzioni possibili quali, a mo’ di esempio, la riduzione dell’iva (cosa già praticata in altri Stati europei) o la parziale neutralizzazione dei cosiddetti costi fissi (oneri di sistema).
La compensazione del minore gettito va cercata negli indirizzi dell’art. 53 della Costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” e in una seria lotta all’evasione fiscale e alla tassazione delle rendite finanziarie.
Qua non si tratta di evocare lo spauracchio della “patrimoniale” ma di riequilibrare in modo equo il meccanismo dei tributi.
Si tratta di avere il coraggio di modificare un sistema che genera crisi e diseguaglianza e di avere l’onestà intellettuale e la forza politica di costruire un Paese equo e realmente democratico.
Se non si entra in questa nuova ottica politica, anche la transizione sarà un bagno di sangue ed anche l’uso di energie e lavorazioni ecocompatibili perpetuerà ingiustizie sociali e concentrazioni produttive nelle mani di pochi soggetti globali.
Salvatore Pace – Portavoce Nazionale demA