Movida, (demA-Galiero) ordinanza autoritaria riporta Napoli a 50 anni fa

Erano mesi che chiedevamo alla nuova amministrazione comunale di battere un colpo e dare vita al famigerato cambiamento sbandierato durante la campagna elettorale con atti propri, con azioni che non fossero figlie di delibere e percorsi messi in piedi da chi li aveva preceduti.

Non che fossero mancati i presagi di quello che sarebbe accaduto nelle rare dichiarazioni del primo cittadino, che sembra essere controvoglia costretto ad un ruolo che non aveva scelto con profonda convinzione.

Ad ogni modo ecco il primo atto che plasticamente ci presenta la visione di città della Giunta De Luca. Pardon, Manfredi, anche se un’ordinanza così ricca di autoritarismo francamente, nei suoi contenuti, nemmeno nei momenti peggiori delle follie deluchiane l’avevamo letta.

Il Sindaco Manfedi&De Luca la giustifica perché necessaria come risposta ad anni in cui la città ha vissuto uno stato di totale anarchia. La ricordate quella anarchia fatta di Napoli capitale del turismo, meta preferita in Europa, Napoli città italiana più ricercata nel web? Quell’anarchia fatta di pezzi della città che hanno vissuto dopo anni di buio, una seconda vita, grazie al fermento e alla vivacità di tante e tanti, che hanno investito e creduto nella scommessa di un’immagine di Napoli che non fosse solo foto di munnezza. Una scommessa vinta che ha generato valore e posti di lavoro, opportunità e speranza. Poi è arrivato il covid, le chiusure, le ordinanze regionali folli. Tante attività, soprattutto quelle più giovani in termini di avvio, hanno finito per essere ad un passo dalla chiusura. Chiusure che significano impoverimento per la città, posti di lavoro a rischio e disperazione.

Mi chiedo se il primo cittadino quando viene da Nola prima di barricarsi a Palazzo San Giacomo abbia fatto veramente un giro in città ed abbia compreso quanto sia fragile l’equilibrio sul quale si poggia la ripartenza per i prossimi mesi, tra rincari ed incertezze. Altrimenti non si metterebbe in piedi un atto che si riassume in una punizione nei confronti di alcuni imprenditori che hanno l’unica colpa di avere investito nella nostra città. Un’ordinanza che non solo non risolverà il problema ma che aggiunge confusione e frustrazione in un momento in cui si dovrebbe incoraggiare con positività la vivacità della nostra città. Invece quest’ordinanza non solo alimenta discriminazioni e conflitti, considerando che in altre zone della stessa città e appena fuori da Napoli si applicano discipline orarie differenti ma soprattutto la contrazione dell’orario di attività determinerà una maggiore affluenza di persone in una arco temporale ristretto favorendo ancor più affollamenti.

Eppure, sarebbe bastato l’ascolto, con le associazioni di categoria, con chi lavora e vive veramente la movida, un ascolto che avrebbe rivelato che un punto di mediazione è rintracciabile e possibile, basandosi sulle norme nazionali.

Si ritiri l’ordinanza e si riparta dall’ascolto. Si dia un segnale vero.

Chi vende alcol ai minori commette un reato ed esistono già sanzioni ed un impianto normativo che disciplinano questa fattispecie. Non si possono scaricare le difficoltà della gestione dell’ordine pubblico sulle spalle già provate di un pezzo innegabilmente importante dell’economia cittadina. Non si può parlare della movida restituendo e sintetizzandola come unica immagine di ‘’bivacco e degrado. ’’Non si può leggere un fenomeno simile senza capire che il vero problema non sono i ‘’giovani ed i locali che frequentano’’ ma forse quello che vivono prima di arrivare nei locali, dove forse la politica dovrebbe interrogarsi su ciò che non fa per migliorare la qualità di vita e prospettive a generazioni che vivono solo di precarietà e diritti negati.

Merita una riflessione a parte un pezzo dell’ordinanza che lascia sconvolti, in cui si vuole connotare l’ordinanza di una funzione didattica, in grado di determinare un ‘’processo rieducativo orientato a radicare diverse abitudini orarie finalizzate al corretto utilizzo del tempo libero ’’.

Ci dobbiamo in poche parole rieducare, dare un senso profondo all’uso del nostro tempo libero e soprattutto andare a letto presto, dopo una cena leggera e soprattutto smettere di pensare. Questa la mission della nuova amministrazione, riportare Napoli a 50 anni fa. Con sobrietà e dedizione monastica.

Rosaria Galiero – Portavoce Segreteria Cittadina demA