Campania: la vergogna degli ospedali chiusi al popolo per potersi curare
In relazione alla decisione dell’unità di crisi della Regione Campania, che sotto l’egida del Presidente Vincenzo De Luca, ha disposto, a decorrere dal 10 gennaio, la sospensione dei ricoveri presso le strutture pubbliche di tutti i pazienti per ogni tipo di patologia, ad eccezione del covid, è auspicabile che sia la magistratura a valutare la sussistenza di condotte criminose che mettano in pericolo la salute pubblica della popolazione campana.
Dopo due anni di pandemia, con tutte le risorse economiche, i poteri emergenziali ed il tempo avuto a disposizione per realizzare strutture ed assumere personale, non possono essere prive di valutazione anche in sede penale queste gravi condotte, già assunte ad inizio pandemia, che mettono a rischio la salute di decine di migliaia di persone in Campania.
Dopo due anni di tempo sprecato si ha il diritto, tutelato dagli articoli 3 e 32 della Costituzione, di ottenere da parte delle autorità sanitarie regionali competenti per legge la cura di tutte le patologie, a cominciare, ovviamente, ma non solo, dal covid.
L’impossibilità della prevenzione e della cura, in strutture sanitarie pubbliche, che causa anche una discriminazione di classe, in base alla quale chi ha soldi troverà il modo di curarsi altrove e chi non ha denaro può ammalarsi o morire, per colpa di chi non è palesemente in grado di tutelare la salute pubblica, può evidenziare anche un nesso di causalità con malattie e morti.
Spetta alla magistratura di verificare se sussistono condotte criminose, perseguibili d’ufficio, per gravi reati che rappresentano un attentato alla salute pubblica e quindi alla vita delle persone.
Movimento demA