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Concorso Scuola, demA: annullare i quesiti sbagliati

Il giudizio politico del Movimento “demA” sulla qualità dei quesiti del concorso ordinario per la scuola secondaria in corso di svolgimento è preciso: siamo ben oltre la peggiore delle ipotesi. Ai concorrenti sono stati sottoposti quesiti assurdi o ipernozionistici, peggiori dei peggiori telequiz televisivi, male impostati o mal formulati, erronei o fuori programma, o anche solo ambigui.

L’obiettivo del caos che ha coinvolto decine di migliaia di aspiranti insegnanti non è, evidentemente, quello di selezionare candidati capaci ma quello di decimare in qualche modo la platea dei partecipanti. Eppure siamo in un campo nel quale già un’istituzione governativa, il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha dato un preciso e inequivocabile indirizzo nell’affermare che una preselezione debba “selezionare in base a un ragionevole criterio di merito, che privilegi i candidati in base alle loro effettive capacità e alla loro effettiva preparazione.” E ancora: “Le domande, dunque, non dovrebbero essere prevalentemente volte a premiare lo studio mnemonico, ma dovrebbero includere sia quesiti basati sulla preparazione (generale e nelle materie indicate dal bando), sia quesiti basati sulla soluzione di problemi, in base ai diversi tipi di ragionamento (logico, deduttivo, numerico)” (si veda la Direttiva 24 aprile 2018, n. 3, “Linee guida di indirizzo amministrativo sullo svolgimento delle prove concorsuali e sulla valutazione dei titoli…”[https://www.gazzettaufficiale.it/…/2018/06/12/18A04031/sg].

I quesiti di cui parliamo, com’è facile constatare da quelli che sono stati resi finora pubblici dai concorrenti, non sono per nulla rispondenti alle indicazioni contenute nella Direttiva del Dipartimento. La stessa giurisprudenza italiana è peraltro molto chiara in materia di inattendibilità (o dubbia attendibilità) scientifica di un quesito o dell’ambigua formulazione dello stesso, giudicando l’una e l’altra situazione, per citare uno dei tanti pronunciamenti sull’argomento, come non idonee “a limitare il diritto allo studio e a porsi come giusto filtro delle aspirazioni professionali dei giovani candidati» (TAR Lazio, sezione III bis, sentenza 18 giugno 2008, n. 5986).

Nonostante il solido patrimonio legislativo e giuridico disponibile, dunque, il Ministero è andato nella direzione esattamente opposta a quella attesa.

Per il Movimento demA è chiaro che quanto accaduto in queste selezioni non fa altro che ribadire l’assenza di interesse, di cura, di attenzione per la scuola pubblica, e per chi sarà chiamato a insegnare nelle sue aule, da parte del Governo. Chi è stato penalizzato da quesiti erronei, ambigui o altro, che gli abbiano impedito di conseguire il punteggio minimo indispensabile per il superamento della prova, potrà far ricorso senz’altro alla giustizia amministrativa. Noi riteniamo però che il Ministro dell’Istruzione debba procedere all’immediato annullamento dei quesiti risultati sbagliati o mal formulati, a fronte di una casistica ormai molto precisa e ben definita, dando così una pronta risposta ai docenti partecipanti alla prova, beffati da un concorso consumato ai danni di migliaia di loro e inidoneo al fine del reclutamento del personale della scuola.

Nei prossimi giorni i nostri aderenti continueranno l’opera di documentata denuncia dei tanti errori commessi, ma intanto il nostro sostegno va alle iniziative di mobilitazione e di sciopero che richiamano il Ministro e il Governo alle loro evidenti responsabilità.

Nell’invitare fermamente a questa chiara assunzione di responsabilità davanti al Paese per quanto accaduto, e di fronte al rischio che la cosa possa ripetersi nel prosieguo delle prove concorsuali, ribadiamo fin d’ora la nostra contrarietà alla scelta del Governo di disciplinare il nuovo reclutamento del personale docente mediante lo strumento del Decreto Legge, sottraendosi in questo modo a ogni confronto con le rappresentanze del mondo della scuola pubblica.

Tavolo demA Scuola