1) quale differenza esiste tra i bimbi di prima seconda e terza e quelli delle altre classi della primaria sul piano della proficuità pedagogica della DAD?
2) quale ratio c’è nel “vietare la refezione” nella primaria e non negli asili o nelle scuole private dal punto di vista logico e della salute? Di certo il tema non può esser ricondotto alle mascherine, giacché se così fosse si dovrebbe impedire ai bambini di mangiare anche un panino o bere un succo….Se pericoli maggiori sono stati individuati nella scuola primaria possiamo conoscerli o possono conoscerli i genitori o i docenti?
3) Quali linee guida alimentari e igienico- sanitarie segue l’unità di crisi regionale nell’affermare che i bambini non debbano usufruire di refezione, ovvero di pasti forniti da ditte specializzate con protocolli sanitari rigidi e personale adeguatamente equipaggiato per “evitare pericoli” , e possano, invece, consumare panini e pasti da casa? Non le linee guida elaborate dalla stessa Regione, quelle del centro Cripat, che affermano il contrario. Non quelle del CTS, che invitano solo ad evitare i refettori e con diverse Faq spazzano il campo su altro , non quelle nazionali dell’ISS seguite in tutta Italia che sulla somministrazione dei pasti sono estremamente rigorose. La regione Campania è monarchia autonoma ma anche schizofrenica?
4) il tempo pieno della scuola è condizionato dal tempo della mensa che è un tempo educativo, come ribadito da pedagogisti e esperti di salute: lo sa la Regione che i dirigenti scolastici dovranno assumersi, per salvaguardarlo, la responsabilità della vigilanza sulla sicurezza alimentare dei pasti da casa oltre le numerose altre incombenze? Oppure, dovranno rinunciare al tempo pieno. Che forse è il vero fine di questa ennesima decisione, ma non è scevro di conseguenze per il futuro della scuola del sud del Paese.
5) Andando di questo passo, con un rientro “a spezzatino”, che speranze hanno gli studenti delle scuole medie e superiori di tornare in classe e rivedere i propri amati compagni e professori? Dobbiamo credere che per la Regione si tratterebbe di “occasioni di contatto non indispensabili”, tanto per citare l’unità di crisi?
DemA chiede rispetto per la comunità educante, cittadina. Chiede che la Regione dica la verità sulla mancata riapertura della scuola, che per il I ciclo è caso unico in Italia e in Europa, invece di accanirsi ora contro i bambini e i ragazzi, ora contro la refezione La Regione spieghi perché, in un anno, non abbia organizzato una rete sanitaria che dia alla scuola la sua sicurezza, pur avendo speso decine di milioni di euro. Presidi per tamponi rapidi, velocità di tracciamento, postazioni mediche destinate. E non lo ha fatto perché la scuola per il governatore della Campania non è importante, anzi è pericolosa. Vi si insegnano i diritti di cittadinanza e la democrazia.
Movimento demA
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