Una telecronaca del Medioevo
Una telecronaca del Medioevo.
Solo così possiamo definire le oltraggiose parole del giornalista Sergio Vessicchio, pronunciate nel corso della telecronaca della partita di Eccellenza Agropoli-Sant’Agnello e indirizzate ad un arbitro donna, colpevole solo di essere sul campo a fare il suo lavoro.
Il giornalista dell’emittente Canalecinque ha dapprima chiesto di inquadrare l’arbitro e poi ha dichiarato “È uno schifo vedere le donne che vengono a fare gli arbitri in un campionato dove le società spendono centinaia di migliaia di euro…”, offendendo l’arbitro nella sua dignità professionale nonché quella di donna.
Un linguaggio sessista e offensivo assolutamente inaccettabile, che contraddice i valori di cui il calcio si fa promotore e che destano profonda preoccupazione poiché pronunciate solo a qualche giorno di distanza da tutte le celebrazioni e le testimonianze di solidarietà tenutesi per la ricorrenza dell’8 marzo.
Il movimento demA, nell’esprimere la più totale solidarietà all’arbitro Annalisa Moccia ed alla Vesuvio Pride e, nel ricordare che il giornalista Vessicchio è stato già sospeso per i suoi comportamenti dall’Ordine dei Giornalisti, si augura che vengano presi provvedimenti ancor più severi affinché quanto accaduto non possa più ripetersi.
Il movimento demA ricorda altresì che la preparazione arbitrale non contempla differenziazioni, a differenza di quanto accade nel gioco del calcio.
Proprio per questo, andrebbe inoltre sottolineato che le donne danno un contributo enorme nel mondo del calcio e di tutto lo sport, contributo pari a quello degli uomini e quindi riconosciuto ormai anche dal grande pubblico: non è un caso, infatti, che la Nazionale maschile sia stata esclusa dagli ultimi Campionati del Mondo mentre quella femminile sia approdata alla fase finale che si disputerà in Francia dal giugno 2019.
Eppure ancora oggi in Italia non esistono atlete professioniste, giacché le regole del mondo sportivo contemplano le donne solo come dilettanti, nonostante i ripetuti trionfi collezionati negli ultimi anni.
È dunque giunto il momento di cambiare e demolire questi baluardi di arcaico maschilismo che sono alla base dei tanti pregiudizi ancora esistenti.