Una soglia invalicabile
C’è una linea sottile, quasi invisibile, tra ciò che si può dire o mostrare e ciò che offende la sensibilità e produce effetti negativi inducendo all’odio e alla violenza. E’ una linea di demarcazione che la rete, nella sua istanza democratica, fruibile da tutti/e, rende impalpabile nell’oscillazione tra rifiuto di ogni censura, libertà di espressione e rispetto della dignità e del valore educativo insito in ogni comunicazione. La potremmo definire un’etica della comunicazione che delinea un margine ad ogni espressione lesiva della vita. Non si tratta di senso del pudore, che è molto labile e investe la sensibilità di ogni singolo, quanto del valore della vita in ogni sua manifestazione, quel sentimento intangibile, eppure solido come un grumo di amore e di dolore, che abita in ciascuna/o di noi. E’ questo sentimento che un video e il testo di una canzone di un rapper ha colpito come una pietra scagliata contro i nostri corpi, con una violenza inaudita e inaccettabile. Rappresentare e accompagnare con parole oscene, l’uccisione di una donna, non è solo immorale e indegno, è un’offesa alla vita, a quanto c’è di più caro perché ci lega gli/le uni/e agli/alle altri/i. Vorremmo non averlo mai visto e ascoltato, vorremmo non aver provato quel brivido di orrore, di incredulità e di sdegno che ci ha accomunato mentre insieme ad altre donne seguivamo lo schermo del pc, chiedendoci in silenzio come era possibile che passasse quel messaggio e che ci fossero tanti like. La reazione è stata immediata nell’assunzione di una responsabilità a cui, come Pari Opportunità dell’amministrazione della città, non potevano sottrarci ed è partita una segnalazione alla Procura e alla Polizia postale. Ma sappiamo che non basta l’intervento censorio, che per quanto necessario, non risponde di quei like che ci interrogano nel nostro agire politico. Dobbiamo fare di più nella consapevolezza che le nostre azioni, i nostri comportamenti, le nostre parole hanno sempre in ogni circostanza un valore educativo, sono esemplari di un modo di stare al mondo e di un ordine di priorità e questa è una responsabilità che investe l’etica e la politica.
Simona Marino – Responsabile Nazionale del Coordinamento Libertà Civili e Pari Opportunità