Approndimenti sul DEF 2019: verso quale Europa
In questi giorni continua a tenere banco, la notizia che i mercati, gli istituti di rating, ma anche gli stessi tecnici del servizio bilancio del Parlamento italiano e gli organi europei, come il presidente della Banca Centrale, non ritengono sostenibile il documento di aggiornamento al DEF 2019 e sostanzialmente la manovra economica del Governo. Lo Spread – il differenziale di rendimento tra titoli di Stato decennali italiani (Btp) e tedeschi (Bund)- che possiamo definire come il termometro dei mercati finanziari, ha ripreso a sfondare il muro dei 300 punti, la borsa italiana cala costantemente in particolare sui titoli bancari, ed uno dei primi effetti negativi per i cittadini è l’aumento del costo del denaro, che vuol dire per fare un esempio, maggiori interessi sui mutui a tasso variabile per chi ha contratto questo tipo di debito con le banche.
Come principio, è condivisibile la scelta di adottare provvedimenti atti ad incrementare la linea espansiva per incentivare i consumi e la produttività del nostro Paese, ma riteniamo sbagliate le modalità con cui viene effettuata la manovra, in quanto sottopone irresponsabilmente il “sistema Italia”, ad un rischio troppo elevato perché la linea tracciata dal DEF è basata su molti azzardi, tra cui la scommessa su una crescita del PIL nominale maggiore del tendenziale anche per effetto di un tasso di inflazione previsto in aumento.
Le misure adottate nella manovra, sono di natura propagandistica, infatti alcune di esse semplicemente si rinominano in quelle già esistenti, tipo il R.E.I. che si trasforma in “Reddito di Cittadinanza”. Tra l’altro, queste, non sono tese realmente all’equità, né territoriale – infatti il Sud è presente solo in premessa ed assente da tutte le misure concrete- né sociale vista la parziale attivazione delle riduzioni impositive che riguardano le sole fasce alte. Inoltre sono moralmente da condannare le fonti di copertura dalle quali si pensa di attingere le risorse finanziarie, come il condono fiscale che reitera la legittimazione di fatto a comportamenti diseducativi per i cittadini. Va da se che nel caso in cui le fonti di copertura risultino insufficienti, si preannunciano tagli alla spesa pubblica, che comporteranno automaticamente una diminuzione dei servizi erogati ai cittadini.
Di questa manovra, che ha un carattere puramente di propaganda elettorale ed a tratti assistenziale, beneficeranno solo uno parte limitata della popolazione. La conseguenza sarà quella di innescare un effetto “bolla” di crescita illusoria nel breve, producendo già nel medio termine squilibri finanziari rilevanti esponendo così il nostro sistema finanziario ad un rischio elevatissimo.
Noi pensiamo invece che sia necessario adottare sì una manovra espansiva, ma atta a produrre una reale redistribuzione della ricchezza. Riteniamo utile che si amplino realmente le fasce di agevolazione fiscale ai redditi medio bassi fornendo così un forte impulso ai consumi, far ripartire gli investimenti pubblici che creino lavoro e occupazione nei settori strategicamente rilevanti avendo come obiettivo l’innalzamento del reddito medio, la lotta alla povertà con una reale inclusione sociale. Anche la riduzione dell’orario di lavoro mantenendo inalterati salari e stipendi, è una misura da prendere in considerazione.
Il nostro movimento, che si oppone ad una Europa in cui le “Istituzioni” finanziarie e monetarie, interferendo con il loro peso, modificano l’assetto sociale dei paesi membri, portando inevitabilmente all’aumento delle disuguaglianze, ritiene necessario riformare questa Europa di stampo neoliberista, sostituendola con una equa e solidale dove i diritti ed il benessere sociale dei suoi abitanti, passino in primo piano. Siamo convinti che una manovra orientata da questi principi possa garantire un riequilibrio economico, un cambiamento strutturale non tanto nel bilancio del “Sistema Italia”, quanto dell’assetto sociale, che possa poi garantire concretamente la sostenibilità di una crescita nel medio-lungo periodo. Inoltre crediamo che favorendo una reale integrazione dei migranti, costruendo così una società aperta ad opportunità economiche e lavorative tuttora inesplorate, grazie soprattutto alla sua posizione geografica, l’Italia possa diventare il faro per l’economia di tutto il Mediterraneo, trasformando le diversità in opportunità per il futuro nostro e dell’Europa.
Pertanto demA si oppone dunque alla mercificazione elettorale ed irresponsabile di una manovra dal benessere illusorio, opponendo una diversa visione di società e di Europa attorno alle quali intende costruire il proprio programma politico, economico e culturale, quella dei diritti dei Popoli.
Rosario Di Lorenzo – Segreteria politica demA con delega ai trasporti e alle infrastrutture e ai rapporti con i referenti territoriali