La “Demacrazia” da Napoli ad Alessandria: il ‘modello De Magistris’ per un’alternativa possibile
Mercoledì 6 il Laboratorio Sociale di Alessandria ha ospitato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris per la presentazione del libro di Giacomo Russo Spena ‘Demacrazia – Il popolo è il mio partito’: “Il diritto non è solo sanzione e divieto, ma un grande strumento di trasformazione sociale se si connette con le masse popolari”
OPINIONI – Luigi de Magistris è un fiume in piena, quando racconta della sua Napoli; la mimica e le battute riportano alla mente la saggia ironia della commedia dell’arte partenopea. Un sindaco vulcanico che guida la città del Vesuvio dal 2011, allorché vinse le elezioni contro ogni previsione, per poi essere confermato con un vasto consenso popolare nel 2016. Un uomo che è stato anche magistrato di primo piano, per lo più impegnato contro camorra ed ‘ndrangheta, ruolo dal quale si è dimesso nel 2009 in seguito all’elezione al Parlamento Europeo con l’Italia dei Valori. Ospite mercoledì 6 del Laboratorio Sociale di via Piave per la presentazione di ‘Demacrazia – Il popolo è il mio partito”, il libro scritto da Giacomo Russo Spena – presente alla conferenza nelle vesti di moderatore – che racconta l’esperienza virtuosa della giunta De Magistris, ipotizzando a sinistra la nascita di un nuovo progetto politico e sociale che possa esportare il ‘modello Napoli’ anche a livello nazionale.
“Della nostra esperienza non se ne parla mai, quindi per me è un privilegio raccontare ciò che sta accadendo a Napoli, una città in piena fase di resistenza”, commenta De Magistris dopo l’introduzione di Claudio Sanita, il quale, opportunamente, ricorda la campagna #difendiamoilLab a difesa del Laboratorio Sociale, di cui è da sempre una delle figure di riferimento, e poi lancia un preciso attacco al Movimento5Stelle, colpevole di non aver inserito nel programma di Governo lo stop alle grandi opere pubbliche, Tav e Terzo Valico in particolare.
De Magistris procede per titoli: internalizzazione del patrimonio immobiliare e recupero dei beni comuni in stato di abbandono – “quando luoghi in totale degrado vengono recuperati nei modi più diversi, dai teatri sociali, ai centri di incontro ed aiuto per i migranti, a laboratori di vario tipo, per me quelli non sono luoghi occupati, bensì liberati” -; cambio di rotta sulla gestione dell’acqua – “abbiamo trasformato una società per azioni in un’azienda totalmente pubblica che gestisce l’acqua con un direttivo nominato dal consiglio comunale e dal sindaco, con all’interno associazioni ambientaliste e un comitato di sorveglianza formato dai dipendenti dell’azienda. Siamo l’unica città ad aver rispettato il referendum del 2011” -; emergenza rifiuti drasticamente ridimensionata – “sapevo bene che l’emergenza nasceva dal rapporto tra camorra, politica e affari. C’era un sistema che lucrava su gare, appalti ed esternalizzazioni. Così ho deciso di internalizzare tutta la gestione dei rifiuti”. Questi sono solo alcuni degli esempi “portati in dote” da De Magistris agli alessandrini, e accolti da numerosi ed intensi applausi. Un sindaco che ha scelto di fare politica per “rompere il sistema, per riportare al centro l’umanità e le persone. Solo per questo Napoli si sta riscattando”. Un tipo di amministrazione che di questi tempi ha del rivoluzionario; “ma la rivoluzione non è una suonata di violino al San Carlo. Rivoluzione significa lotta e sacrificio, significa dire di no ad un provvedimento sbagliato o ad uno sgombero ingiusto. Significa assumersi la responsabilità di stare sempre dalla parte dei propri cittadini”.
Un sindaco in prima linea che non teme di andare contro la legalità formale per garantire i diritti costituzionali. Giustamente ricorda più volte in proposito che esiste una gerarchia delle fonti giuridiche, e che prima di tutto vengono i principi della Costituzione. “Le nostre delibere sui beni comuni e sulla garanzia dei servizi essenziali (ad esempio, 360 maestre confermate in ruolo nonostante la situazione dii pre-dissesto) sono state tradotte in olandese, in francese, in tedesco, etc. Abbiamo dato un valore giuridico a queste esperienze e in questo modo le abbiamo protette per sempre. Il diritto non è solo sanzione e divieto, ma un grande strumento di trasformazione sociale se si connette con le masse popolari”, ha sottolineato il sindaco di Napoli. Inevitabilmente, molti dei convenuti (davvero straordinaria la partecipazione di pubblico) hanno pensato alla situazione alessandrina di un dissesto gestito in modo ben diverso, con un’eccessiva compiacenza nei confronti di leggi ingiuste e di ordini di partito..
L’autore del libro, Giacomo Russo Spena, rivolge poi al sindaco una domanda decisiva: “cosa farai da grande?” La risposta rimane aperta, ma la sensazione è che quel modello potrebbe funzionare bene anche per il Paese. In questa fase che definire critica è un eufemismo, bisogna rapidamente dare forti segnali di discontinuità. Ricordiamo che De Magistris è anche colui che a marzo dello scorso anno ha negato a Matteo Salvini, neo-ministro degli Interni (sic!) un comizio in programma alla Mostra d’Oltremare, “perché in quanto sindaco della città delle Quattro giornate e in quanto antifascista non posso dare l’ok ad una manifestazione organizzata da un personaggio che si ispira a politiche razziste e xenofobe. Caro Salvini, nella mia città io il permesso non te lo lascio”. L’applauso finale di un pubblico attento, partecipe ed entusiasta conferma una sensazione diffusa: un’alternativa alla “barbarie” non solo è possibile, ma è anche sempre più necessaria. Ieri sera sembrava aleggiare nell’aria.
(Foto tratte dalla pagina Facebook del Laboratorio Sociale)
8/06/2018
Alessandro Francini – Giorgio Barberis – redazione@alessandrianews.it