L’Italia è in fiamme
Per anni, in un Paese che programmaticamente non ha una seria politica per l’ambiente, si sono messe alla berlina le guardie forestali, “inutili prodotti del clientelismo meridionale”. Si è lavorato per una riforma che ha avuto come unico obiettivo tagli insensati e il passaggio della Forestale all’Arma dei Carabinieri, che non è certo una esperta del settore. Com’era prevedibile, si è aperta così la strada agli ecoreati e si è sacrificato l’ambiente all’ossessione del controllo del territorio ai fini della “sicurezza”.
Non bastasse, si sono sperperati miliardi per inutili cacciabombardieri, mentre avevamo un disperato bisogno di manutenzione del territorio, canadier ed elicotteri antincendio, che ora sono pochi e non bastano a far fronte agli incendi in corso che stanno bruciando migliaia di ettari di boschi e di macchia mediterranea, mettendo a rischio la vita delle persone e provocando la morte di diverse specie di animali. Non sono il caldo e la siccità che stano bruciando l’Italia con la mano dolosa dei piromani, ma governi incapaci di governare. Tra l’autunno e l’inverno, com’è purtroppo naturale, gli effetti di queste scelte dissennate si completeranno con le inevitabili frane gli smottamenti e le alluvioni. Verranno così nuove spese per l’emergenza, butteremo al vento milioni e assicureremo l’immancabile cuccagna agli amici degli amici.
Le responsabilità dei partiti e dei partitini che, privi di ogni legittimità morale e politica, siedono nel Parlamento sono sotto gli occhi di tutti. Dopo il referendum del 4 dicembre, in qualunque Paese civile e democratico questa sedicente classe dirigente sarebbe stata costretta a dimettersi e ci sarebbero state libere elezioni. In Italia purtroppo non bruciano solo i boschi. In ogni rogo va in fiamme ogni giorno la nostra Costituzione e con essa il nostro futuro.
Coordinamento demA