Comunicato Stampa Coordinamento Nazionale demA • Italia – Legge sui Parchi

La conclusione dell’iter della legge di riforma sui PARCHI rischia di concretizzarsi in una tra le pagine più nere della politica italiana di questi tempi.

Ancora una volta, in nome di una presunta disseminazione verso il basso delle competenze indotta dalla devoluzione, si sono sacrificati i principi di partecipazione democratica, efficacia ed in nome dell’occupazione degli spazi amministrativi, tecnici, gestionali della vita civile e sociale da parte dei partiti.
Questa legge in via di approvazione riesce nel disperato compito di peggiorare la già pessima 426/1998 che trasferì i poteri di programmazione a Regioni ed Enti Locali con l’irruzione delle clientele, del sottogoverno, della cultura della spoliazione sistematica del territorio a beneficio degli interessi particolari delle élites locali, che sono il male profondo della nostra Nazione, il cancro della politica e l’ipoteca con cui abbiamo rovinato il futuro dei nostri figli, nipoti e pronipoti.
Le rare positività della legge in via di approvazione (il parere obbligatorio dell’ISPRA sul al controllo delle specie selvatiche; il riconoscimento dell’agricoltura di qualità come strumento da incentivare per la sostenibilità e la tutela delle aree forestali, pur tacendo sull’agricoltura biologica) scompaiono sommerse da elementi capitali:
La governance viene spezzettata per competenze tra i vari Comuni, moltiplicando caoticamente e senza raccordo i centri di potere per evidenti finalità “poltronistiche”, in ossequio agli interessi locali dei partiti;
I Cittadini sono del tutto esclusi non prevedendosi alcun criterio di partecipazione;
Non è prevista la costituzione di Comitati Tecnici Scientifici che, in qualche modo, potrebbero bilanciare lo strapotere dei politici;
Non viene abolita la follia dell’ “Albo dei Direttori dei Parchi” tra cui scegliere per le nomine in ossequio al meccanismo della cooptazione politica delle seconde file dei partiti: infatti non è prevista per il Direttore del Parco alcuna necessità di competenze scientifiche;
Non interviene sulla tematica del consumo di suolo;
Si prevede addirittura la “Gestione Faunistica” a governance esclusivamente di nomina politica per cui è fin troppo facile prevedere il tipo di pressioni venatorie che si scateneranno e la traduzione in “voti” dell’accondiscendenza ad esse;
Non si vietano le esercitazioni militari nei parchi né si indicano almeno tempi di “fermo biologico” per il rispetto dei periodi riproduttivi (del resto diversificati nell’anno per le varie specie);
ai parchi non è dato alcun sostegno né alcuno strumento per l’adeguamento ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità in questo scenario in continuo mutamento ed evoluzione.
Il Movimento demA chiede fermamente al Parlamento di rivedere quest’ultimo passaggio tra le Camere, con un atto di intelligente ripensamento che ponga il Bene Comune e l’interesse della Nazione al di sopra delle convenienze di parte e preannuncia una ferma azione di contrasto al fianco di Cittadini, Movimenti ed Associazioni, nella malaugurata ipotesi di una conferma del testo in ultima lettura.